A cura della Dott.ssa Stefania de Fazio, Chirurgo Plastico, Ricostruttivo ed Estetico
Il metodo noto come Tissue stabilized guided subcision, ovvero la recisione guidata con stabilizzazione tissutale, rivoluziona il trattamento a lungo termine della pelle a buccia d’arancia, uno dei sintomi della cellulite più odiati nelle donne.
Con il termine cellulite si intendono comunemente tutti quegli inestetismi che vanno dalla pelle a buccia d’arancia alla ritenzione idrica che non deve necessariamente essere accompagnata dall’accumulo di tessuto adiposo localizzato in zone come fianchi, glutei o cosce. Scientificamente parlando, la cellulite è l’infiammazione del tessuto adiposo e connettivo che evolve e poi si sviluppa con tutti i conseguenti sintomi.
La cellulite, spiega la dottoressa De Fazio, è l’inestetismo più diffuso tra le donne. Ogni donna è destinata a soffrirne nel corso della vita: le statistiche infatti mostrano che più di 1,4 miliardi di donne in tutto il mondo sono affette da questa malattia e nessuna ne è completamente immune.
Le sue origini sono multifattoriali e possono essere ricondotte a fattori genetici, ormonali e vascolari, dieta squilibrata, danni da indumenti stretti o vita sedentaria.
Le donne che soffrono di cellulite, dice la dottoressa De Fazio, sono fortemente condizionate nella loro vita quotidiana: si sentono vulnerabili, diverse dalle altre e sicuramente meno attraenti; sviluppano alcune forme di comportamento attraverso le quali, tra le altre, mirano a nascondere le aree del corpo colpite con i vestiti.
Come conseguenza, emergono limitazioni sia a livello sociale che sportivo, per le donne: in spiaggia rimangono coperte e psicologicamente sono bloccate dal partecipare alle attività o lo fanno solo dopo aver coperto le aree colpite dalla cellulite; non indossano, ad esempio, mai gonne corte in palestra e anche se amano nuotare, sentono di non poterlo più fare. La causa? Quell’imbarazzo nato dal confronto fisico con il resto del mondo, sia maschile che femminile; agli occhi di chi soffre di cellulite, quest’ultima apparirà sempre migliore di loro e sarà perfetta.
“Niente è peggio“, dice De Fazio. “Decenni di confronto con le donne, e con l’essere donna, con gli stessi problemi e le stette fragilità, mi fanno ribadire con fermezza che nessuna donna al mondo pensa che siano perfette, se non per alcuni momenti della vita che oso definire rari e magici; come si suole dire, l’erba del vicino è sempre più verde. ”
Ma perché si forma la cellulite?
La cellulite, prosegue la dottoressa De Fazio, è causata da tanti fattori diversi: genetici, ormonali, vascolari, cattive abitudini alimentari, abbigliamento troppo stretto, uno stile di vita sedentario. Nella sua fase iniziale è causata da un difetto vascolare delle cellule adipose contenute nello strato sottocutaneo dell’ipoderma, che si trova tra la pelle e lo strato muscolare; si sviluppa nel tempo e può essere classificato in vari stadi, che vanno da un lipedema (in cui il problema predominante è la ritenzione di liquidi) alla lipodistrofia (in cui il danno al tessuto connettivo è associato alla localizzazione di accumuli di tessuto adiposo e vascolare).
Con l’avanzare della condizione, e negli stadi più avanzati, si assisterà poi alla lipodistrofia, cioè alla comparsa localizzata di sclerotizzazione: un ispessimento dei tessuti con perdita di elasticità dei setti fibrosi sottocutanei (l’impalcatura che sostiene le cellule adipose) che intrappola i vasi sanguigni all’interno e comprime le vie naturali di drenaggio linfatico.
Questo è ciò che causa l’aspetto a “buccia d’arancia” e peggiorerà con l’evoluzione della malattia.
Sono tanti i trattamenti per combattere la cellulite che possono essere considerati più o meno invasivi a seconda della tipologia.
Esempi sono:
- Massaggio linfodrenante o pressoterapia meccanica:
Agisce sulla stasi linfatica e sulla circolazione linfatica per rimuovere gonfiori o edemi localizzati: i risultati sono efficaci solo se la malattia è ad uno stadio iniziale, dove l’edema linfatico è il problema predominante. Gli effetti ottenuti sono temporanei.
- Mesoterapia con sostanze omeopatiche o allopatiche, iniezioni di acido desossicolico (iniezioni locali di sostanze finalizzate allo svuotamento delle cellule adipose o alla distruzione del tessuto adiposo), cavitazione, applicazione di apparecchiature mediche esterne:
I risultati non sempre sono soddisfacenti, duraturi nel tempo e prevedibili. Questo perché non si intaccano le cellule adipose che quindi svuotano solo temporaneamente il grasso in esse contenuto e alla fine della terapia tenderanno poi a riacquisire il volume iniziale, o dove invece il tessuto adiposo viene distrutto ma questo non è accompagnato dallo smaltimento degli acidi grassi liberati e delle altre sostanze di scarto. Il grasso deve, quindi, essere drenato dalla circolazione linfatica e vascolare, che porterà ad un elevatissimo aumento del livello dei trigliceridi nel sangue.
- Liposcultura superficiale, liposuzione, lipolaser:
Sono tutte tecniche di chirurgia plastica estetica, adatte all’eliminazione delle adiposità localizzate attraverso un sistema di aspirazione e l’utilizzo di piccole cannule. Si tratta di metodologie i cui risultati sono per lo più definitivi: il tessuto adiposo si moltiplica, nel numero di cellule, più o meno fino all’adolescenza, poi non cresce più se non nei casi di ipertrofia, ovvero il numero di cellule non si moltiplica e rimane stabile ma quelle presenti si riempiranno fino al loro massimo volume. Tali interventi modificano la conformazione del corpo, modellandola e riducendo gli accumuli locali, rendendo più armonica la silhouette. Va sottolineato che questi interventi non impediranno al paziente di ingrassare, ma se ciò si verificasse, sarà in modo differente rispetto alla condizione pre-intervento, principalmente nelle zone dove si formano i depositi di grasso, ma il grasso sarà distribuito sul corpo in un modo più uniforme e armonioso.
La liposcultura migliorerà anche l’effetto a buccia d’arancia, grazie alla riduzione della tensione esercitata dal grasso sottocutaneo sulle strutture di sostegno ma senza eliminare completamente le cosiddette “fossette” della cellulite. Cosa dovremmo fare per eliminare queste antiestetiche “fossette”?
Con l’obiettivo di lavorare direttamente su questi inestetismi e completare l’iter chirurgico, è stato sviluppato un nuovo dispositivo tecnologico che agisce direttamente sulla vera causa cioè i setti fibrosi ispessiti che provocano la retrazione cutanea locale.
Recentemente, siamo stati in grado di utilizzare un nuovo trattamento, noto come tissue stabilized guided subcision (recisione guidata con stabilizzazione tissutale) approvato dalla FDA come il primo e unico protocollo medico per il trattamento a lungo termine di questi effetti causati dalla cellulite. Un protocollo di subcision guidata rende possibile recidere i setti fibrosi, uno ad uno e in modo preciso e controllato. Simile e paragonabile al modo in cui un tappezziere taglia quei fili che trattengono i bottoni che “affondano” il tessuto di una poltrona.
Chi è il paziente ideale per la procedura di subcision guidata con stabilizzazione tissutale?
Prima di eseguire la procedura di recisione guidata con stabilizzazione tissutale, è fondamentale che un medico esperto sottoponga il paziente ad un accurato check-up preoperatorio per valutare le condizioni cliniche e l’idoneità del paziente. Non tutte le donne possono essere trattate con successo con la subcision guidata.
Per questo motivo vengono fornite indicazioni e controindicazioni a questo trattamento.
La procedura di subcision guidata tissutale stabilizzata non è raccomandata nei pazienti con:
- Diabete
- Obesità
- Problemi di coagulazione
- Gravidanza
- Tumori
- Vene varicose nella zona da trattare
Il paziente ideale, spiega la dottoressa de Fazio, deve:
- Essere sano
- Essere in grado di mantenere un peso stabile
- Presentare cellulite moderata o grave
Come funziona il trattamento di subcisione guidata?
Prima di spiegare il trattamento chirurgico con subcision guidata tissutale stabilizzata, è opportuno precisare che il trattamento viene eseguito nel pieno rispetto delle norme di igiene sanitarie, e si utilizzano materiali monouso per tutte quelle parti dove il contatto è diretto tra strumentazione e strutture cutanee.
In media, il trattamento di subcision guidata dura circa un’ora, indipendentemente dal numero e dalle dimensioni delle aree da trattare. Il paziente, in piedi, viene osservato dall’operatore tenendo in verticale una lampada per meglio evidenziare gli inestetismi presenti; Si scattano fotografie di pretrattamento e poi si segnano le zone da trattare con un apposito marker dermatologico.
Il paziente viene quindi adagiato su un letto chirurgico e le zone da trattare vengono accuratamente disinfettate, creando un’area sterile.
Il primo passo è somministrare l’anestesia locale alla prima zona da trattare, posizionando un apposito manipolo sulla corrispondente area cutanea.
Saranno quindi utilizzati due manipoli: il primo per la somministrazione dell’anestesia locale e il secondo contenente una micro lama che reciderà i setti fibrosi; entrambi i manipoli sono collegati ad un sistema di aspirazione che crea un vuoto, che permette di sollevare i tessuti sottostanti in modo da mantenere una superficie stabile ed uniforme per lavorare sul tessuto.
Una volta somministrata l’anestesia locale, il manipolo verrà sostituito con il secondo e la microlama procederà con la recisione dei setti fibrosi e conseguente eliminazione della retrazione cutanea, ottenendo così il desiderato aspetto levigato ed armonioso della pelle.
Il trattamento di subcision guidata è un trattamento mininvasivo e può essere eseguito in regime ambulatoriale, ma deve rispettare tutti protocolli sanitari, essere effettuato in ambiente idoneo e con tutte le apparecchiature adeguate allo scopo.
Dopo il trattamento di subcision guidata cosa aspettarsi?
In fase di consulto l’operatore fornisce al paziente indicazioni chiare e specifiche sul trattamento da effettuare e sui risultati ottenibili, mostrando anche foto prima e dopo per avere una concreta dimostrazione di quanto si possa ottenere con il metodo; tuttavia, è importante ricordare che ogni caso è da considerarsi diverso e singolare.
Inoltre, osserva la dott.ssa De Fazio, affinché il paziente possa visualizzare l’effettivo cambiamento che avverrà gradualmente nei mesi successivi, è fondamentale produrre un accurato registro fotografico prima e dopo il trattamento da visionare sotto la guida del proprio medico, durante il periodo di recupero.
Nel periodo post-trattamento si possono osservare turgore sottostante l’area della pelle trattata e lividi o ecchimosi. È possibile che nelle 24 ore successive al trattamento le piccolissime incisioni abbiano prodotto un fluido rossastro, perché? L’anestesia locale utilizzata è un cocktail di una soluzione fisiologica e anestetica: spesso viene somministrata in quantità considerevole in modo da creare tessuti locali completamente idratati e quindi permettere alla microlama di scorrere più facilmente grazie al liquido aggiuntivo.
Questi liquidi, miscelati con una piccolissima quantità di sangue, danno origine a quel fluido roseo che, sotto compressione, può essere espulso dalle microincisioni cutanee nelle immediate ore successive alla terapia.
È quindi importante applicare localmente le medicazioni con uno strato di garza assorbente sufficiente per controllare la fuoriuscita del liquido ed evitare macchie e danni indesiderati.
Immediatamente dopo e nei giorni successivi alla procedura, è opportuno applicare una compressione locale per facilitare la fuoriuscita di liquidi e contenere edemi infiammatori mediante l’utilizzo di collant specifici o altri dispositivi idonei.
Per ottenere i migliori risultati sarà determinante la diligenza dei pazienti nel seguire attentamente tutte le indicazioni post-operatorie fornite dal medico.
I risultati sono di lunga durata e il trattamento di subcision guidata è l’unico trattamento certificato per effetti che durano 3 anni. Tuttavia, va tenuto presente che questa valutazione è stata effettuata dalla Food and Drug Administration (FDA), l’ente statunitense che sovrintende alla sicurezza dei prodotti alimentari e dei dispositivi medici, e si è basata su studi della durata massima di 3 anni.
“Se ipotizziamo che il metabolismo di una cicatrice duri in media un anno, posso tranquillamente e personalmente affermare che se dopo tre anni la correzione è stabile, la cicatrizzazione sarà stabilizzata ed i risultati raggiunti dureranno per sempre, tenendo conto dei processi naturali dell’invecchiamento cutaneo che il tempo avrà su quelle stesse aree anatomiche.”
Dove eseguire il trattamento di subcision guidata?
Sebbene il trattamento della subcision guidata appaia semplice e possa essere eseguito in regime ambulatoriale senza necessità di ricovero, ciò non esonera il medico dal rigoroso rispetto di tutte le normative a tutela della salute e della sicurezza del paziente. L’attrezzatura è unica: non ci sono alternative. Solo i medici che hanno seguito una formazione specifica e adeguata possono eseguire il trattamento di subcision.
Pertanto, raccomanda la dottoressa De Fazio, è importante rivolgersi esclusivamente a centri medici autorizzati e specialisti competenti che conoscano questo metodo al fine di evitare rischi in termini di qualità dei risultati, efficacia della tecnica e sicurezza del paziente.